La scelta del treppiede e della testa per il fotografo paesaggista
- Seconda Parte: La Testa -
Dopo aver suggerito un possibile percorso da intraprendere per arrivare a scegliere il nostro treppiede (leggi articolo), in questo articolo cercheremo di esplicitare le variabili da prendere in considerazione al momento della valutazione della testa. Abbiamo scritto non a caso “cercheremo” in quanto mentre per il treppiede esiste la possibilità di affiancare a delle necessità una scelta, per la testa il discorso è molto più soggettivo.
Informazioni sulle diverse soluzioni presenti sul mercato se ne trovano in abbondanza in internet, per cui ci limiteremo solo ad un rapido accenno.
Testa a sfera: sfrutta la rotazione su qualunque asse garantita dalla sfera stessa; sbloccando e fissando una sola manopola è possibile ottenere ogni tipo di inquadratura (consiglio di verificare la possibilità di rotazione indipendente attorno all’asse verticale per effettuare fotografie panoramiche).
Testa a tre movimenti: è il principio più utilizzato sul mercato, sfrutta i tre assi di rotazione in modo indipendente ognuno dei quali è regolato da una rispettiva manopola di bloccaggio.
Testa a cremagliera: sfrutta praticamente il principio della testa a tre movimenti, ma non necessita dell’operazione di sbloccaggio e fissazione delle manopole per garantirne la stabilità.
Testa panoramica: è un particolare tipo di testa che permette di eseguire rotazioni panoramiche cilindriche attorno ad un unico asse o addirittura rotazioni sferiche; questo permette di evitare gli errori di parallasse che possono causare problemi durante la fusione successiva degli scatti a computer.
Ma qual è la testa migliore per il paesaggista? Quella che ci fornisce la maggior fiducia! Per ottenere ciò, le caratteristiche fondamentali che deve avere sono due: affidabilità e versatilità.
Per affidabilità intendiamo la capacità effettiva della nostra attrezzatura di garantirci la performance che desideriamo su qualunque piano dello spazio. Fondamentale risulta al momento della valutazione la lettura della capacità massima di carico. Come abbiamo visto lo scorso articolo, difficilmente l’attrezzatura di un paesaggista supera i 3kg; ma in questo caso non dovremmo effettuare un semplice confronto numerico. Quanto scritto in seguito non è per smentire quanto dichiarato dalle case costruttrici tra le caratteristiche, ma per precisare la lettura dei dati forniti. Senza entrare nei dettagli fornendo una spiegazione fisica, ciò che fa la differenza è il baricentro del nostro sistema macchina fotografica + ottica: tanto più il baricentro cade distante dal punto di fissazione, tanto maggiore sarà la forza esercitata sullo stesso (il peso praticamente non è bilanciato sul punto di fissazione). Inoltre, essendo il sistema di fissaggio della macchina fotografica alla testa costituito essenzialmente da una vite, anche il piano di inclinazione e il materiale di fabbricazione delle differenti componenti risulta avere la sua importanza nella valutazione dell’affidabilità. La situazione più critica risulta essere quando si compone in verticale: avere due superfici a contatto gommate aumenterà la stabilità del sistema perché alla tenuta della vite si aggiunge l’attrito. [L’ideale sarebbe avere un sistema di fissaggio a due punti come quello utilizzato dalle videocamere]
L’altra caratteristica di cui abbiamo parlato è la versatilità, cioè la capacità della testa di fissare la macchina fotografica in qualunque punto dello spazio con la massima precisione. Chiaramente per versatilità la testa a cremagliera è quella che ci garantisce la best performance, essendo appositamente studiata per la fotografia macro. Ma per un paesaggista tale precisione è quasi esagerata; se poi consideriamo il prezzo, l’ingombro, il peso … sono tutti fattori che rendono questa scelta poco appetibile. Le scelte su cui è meglio orientarsi sono la testa a tre vie o quella a sfera (eccezion fatta per chi è interessato esclusivamente alla fotografia panoramica); non esiste una differenza oggettiva che ci permetta di affermare che in questo settore della fotografia una si comporta meglio dell’altra: si dovrà scegliere a pelle. Invece, ciò che si dovrà verificare al momento dell’acquisto, oltre alla tenuta dei differenti meccanismi utilizzati per il fissaggio, sarà l’effettiva possibilità di poter selezionare qualunque punto su qualunque asse (cosa non assicurata dalle teste economiche).
Fattori di secondaria importanza, ma non per questo non rilevanti, sono: a) il peso della testa: per chi è necessario viaggiare leggero, sarà una variabile da tenere in considerazione, nonostante il peso della testa influisca sicuramente in modo minore rispetto a quello del treppiede; b) il materiale di fabbricazione: ci garantisce la durata della nostra attrezzatura (la testa in magnesio, seppur relativamente pesante, ci fornirà la sicurezza che cerchiamo); c) le dimensioni: parametro da considerare per chi ricerca la minima altezza dal suolo (una dimensione accettabile è un’altezza inferiore ai 13 cm), ma anche per la trasportabilità della testa stessa; d) piastra di sblocco rapido: rende immediato e comodo il fissaggio della macchina fotografica sulla testa.
La mia scelta
Le caratteristiche fondamentali che doveva avere la mia testa, oltre alle due essenziali (affidabilità e versatilità), erano legate soprattutto alle sue dimensioni: era importante per me contenerle su tutti e tre gli assi per ottimizzarne il trasporto nella sacca con il treppiede e per ottenere un’altezza minima dal suolo competitiva senza dover capovolgere la colonna centrale. Per questo motivo la mia scelta è ricaduta su una testa a sfera: la Manfrotto 498RC2. Nonostante non sia molto che la usi e all’inizio fossi molto titubante ad acquistare una testa a sfera, dopo le prime esperienze sul campo mi sono ricreduto e tutti i miei timori si sono volatilizzati: affidabilità e versatilità non le mancano e la sua struttura garantisce al tempo stesso solidità e trasportabilità. L’unica “pecca” soprattutto quando si compone in situazioni di scarsa luce (notte) o senza la possibilità di guardare con tranquillità nel mirino (ad esempio quando si sfruttano altezze basse in location poco accessibili) è la difficoltà ad aggiustare la composizione: è molto facile sbloccando la leva modificare la posizione su tutti e tre i piani … a questo problema comunque è possibile ovviare con una buona bolla posizionata sulla fotocamera!
La scelta del treppiede e della testa per il fotografo paesaggista - Parte I
Una breve guida per provare a rispondere alle domande che molti fotoamatori si pongono nel momento di acquistare il treppiede e la testa a fini paesaggistici. In questa prima parte ho provato ad analizzare le caratteristiche dei vari modelli di treppiede cercando di capire a quali esigenze possano rispondere.