Mettere a fuoco
Fatto tutto ciò, non ci resta che premere il pulsante di scatto e, una volta apparsa la foto sul monitor LCD della nostra bella macchina fotografica, controllare che tutto sia a posto: istogramma ben bilanciato, colori fedeli alla realtà (ma c'è sempre la possibilità di rimediare anche a casa!) e che la foto non sia mossa!
Ma siamo sicuri che fotografare sia solo questo!? Quando mai per fotografare bisogna essere così razionali!? Spesso cerchiamo di farci cogliere dalle emozioni di un luogo o di un evento e con la nostra foto cerchiamo di trasmettere all'osservatore ciò che abbiamo provato ... ma siamo certi che le armi a nostra disposizione per raggiungere questo obiettivo siano solo queste, la cura maniacale nel gestire l'attimo!?
Mi trovavo sul limitare di una foresta, i tronchi e i rami spogli delle betulle attirarono subito la mia attenzione: grazie al loro candore, esaltato ancor più dai colori del sottobosco illuminato debolmente da un timido raggio di sole mentre scendeva qualche goccia di pioggia, sembravano scheletri provenienti dal passato. Ma la loro forza risiedeva in quell'alone di mistero che li circondava, che catturò la mia attenzione senza possibilità di reazione. Sfruttando una lunga focale (200mm), ho isolato alcuni alberi; ma eseguito uno scatto di prova per verificare se effettivamente fosse tutto a posto, mi resi conto che la scena apparsa sul monitor LCD era ben lungi dal mio stato emotivo. Così decisi di mettere in pratica le mie riflessioni, prolungai il tempo di esposizione in modo da poter modificare la MAF durante la posa; per circa 1/3 del tempo di esposizione ho mantenuto la MAF al corretto punto, circa a infinito; passato il terzo, ho modificato la MAF portandola al minimo consentito dalla mia ottica (ho utilizzato il NIkkor 70-200/2.8 VR1).
Così è nata Anime ...