La composizione
La composizione in fotografia paesaggistica (ma credo che lo sia in qualunque genere fotografico) è una parte fondamentale del lavoro per poter riportare nello scatto la magia della scena che viviamo. Questa tappa ha inizio con l’attenta analisi della location, la ricerca degli elementi di interesse e di quelli di disturbo: una volta etichettato ciò che percepiamo e selezionato la porzione che andrà a riempire la nostra fotografia, non ci resta che stabilire se sia più efficace un’inquadratura verticale oppure orizzontale, un taglio quadro oppure panoramico …
Ogni scelta ha la sua peculiarità: il taglio verticale permette di sfruttare maggiormente un primo piano accattivante e dinamico, il taglio panoramico restituisce uno sguardo su tutto ciò che ci circonda …
Inoltre, esistono molte regole per poter rendere più accattivante o equilibrata la nostra foto: la regola dei terzi, l’utilizzo di texture, le linee guida …
Per molto tempo tutto ciò mi ha affascinato, tanto da rendere quasi maniacale il mio modo di fotografare...
Ogni scelta ha la sua peculiarità: il taglio verticale permette di sfruttare maggiormente un primo piano accattivante e dinamico, il taglio panoramico restituisce uno sguardo su tutto ciò che ci circonda …
Inoltre, esistono molte regole per poter rendere più accattivante o equilibrata la nostra foto: la regola dei terzi, l’utilizzo di texture, le linee guida …
Per molto tempo tutto ciò mi ha affascinato, tanto da rendere quasi maniacale il mio modo di fotografare...
Ora di articoli tecnici in materia se ne trovano moltissimi attraverso internet, per ciò - come intuibile - non è di questo che voglio parlare!
Proviamo a pensare insieme a come ci comportiamo quando di fronte ad una scena, finché aspettiamo il momento ottimale per ritrarla, ci apprestiamo a comporre la nostra fotografia.
Soprattutto nelle situazioni ricercate, in quelle location a noi tanto care, ci apprestiamo ad racchiudere le nostro mirino esclusivamente quella porzione di mondo che ci circonda che soddisfa a pieno le nostre esigenze. Per cui saremo portati a spostarci un attimino per non includere quell'albero, ad abbassare il punto di ripresa per nascondere quel pezzo di sentiero, etc ... cosa non siamo in grado di inventarci pur di ottenere ciò che desideriamo, pur di ritagliare quella porzione di mondo e incollarla nel nostro album fotografico...!?
Un giorno mi trovavo in quel della Val Venegia con l'amico Simone e per tutto il tempo mi sono lasciato cullare dalle emozioni che suscitava in me il passaggiare nella foresta. Ho effettuato molti tentativi, con differenti focali, con differenti tecniche e in differenti angoli...
... ma nulla di ciò che appariva sul monitor della mia D700 racchiudeva le mie emozioni...
Sconsolato per non essere riuscito nell'intento, mi sono avviato con Simone alla ricerca di un buon posto per fare la classica cartolina della valle al tramonto!!
Così, mentre aspettavamo che la luce migliore giungesse (attesa vana), mi sono messo a giocare fin tanto che non mi è balenato in mente un pensiero: perchè racchiudere in una fotografia solamente un pezzo di realtà ritagliando una porzione del mondo che ci circonda e non inserire degli elementi che ci interessano atti a raggiungere uno scopo anche se posizionati a distanza tra loro!?
Ed è stato proprio così che è nata L'inquietudine: il tronco spoglio di quel larice aveva fin da subito catturato la mia attenzione, era come essere di fronte ad uno scheletro, un fantasma che fluttuava nella foresta... e così ho cercato di capire cosa potesse aiutarmi ad isolarlo, ad esaltare il potenziale che leggevo in quella situazione per congelare in fotografia le mie emozioni... ho cercato di concentrarmi più sull'interpretazione della realtà che il mio cervello mi comunicava attraverso le emozioni, che sulla realtà stessa.
Ho dovuto effettuare vari tentativi, modificando il mio modo di procedere in relazione al risultato (cosa possibile grazie all'avvento del digitale!!). Avevo deciso di provare a "sfumare" l'atmosfera sfruttando il cielo; per cui ho impostato un lungo tempo di esposizione, suddiviso in due momenti: il primo in cui ho mantenuto ferma l'inquadratura sul larice, il secondo in cui ho spostato l'inquadratura puntando l'obiettivo verso il cielo velato in controluce...